Olivo

Olivo

La zona di origine dell’Olivo (Olea europaea L.) si ritiene sia quella sud caucasica (12.000 a.C.) sebbene molti la considerino una pianta prettamente mediterranea.

L’olivo coltivato appartiene alla vasta famiglia delle oleaceae che comprende ben 30 generi (fra i quali ricordiamo il Ligustrum, il Syringa e il Fraxinus); la specie è suddivisa in due sottospecie: l’olivo coltivato (Olea europaea sativa) e l’oleastro (Olea europaea oleaster).

Caratteri botanici

E’ una pianta assai longeva che può facilmente raggiungere alcune centinaia d’anni: questa sua caratteristica è da imputarsi soprattutto al fatto che riesca a rigenerare completamente o in buona parte l’apparato epigeo e ipogeo nel caso in cui siano danneggiati. L’olivo è inoltre una pianta sempreverde, ovvero la sua fase vegetativa è pressoché continua durante tutto l’anno, con solo un leggero calo nel periodo invernale.

L’olivo è una specie basitone, cioè che assume senza intervento la forma tipicamente conica. I fiori sono ermafroditi, piccoli, bianchi e privi di profumo, costituiti da calice (4 sepali) e corolla (gamopetala a 4 petali bianchi). Sono raggruppati in mignole (10-15 fiori ciascuna) che si formano su rami dell’anno precedente o su quelli di quell’annata. L’impollinazione è anemofila ovvero ottenuta grazie al trasporto di polline del vento e non per mezzo di insetti pronubi (impollinazione entomofila). Le foglie sono di forma lanceolata, coriacee. Sono di colore verde glauco e glabre sulla pagina superiore mentre presentano peli stellati su quella inferiore che le conferiscono il tipico colore argentato e la preservano a loro volta da eccessiva traspirazione durante le calde estati mediterranee.

Il frutto è una drupa ovale. La buccia, o esocarpo, varia il suo colore dal verde al violaceo a differenza delle diverse cultivar. La polpa, o mesocarpo, è carnosa e contiene il 25-30 % di olio. Il seme è legnoso.

Il tronco è contorto, la corteccia è grigia e liscia ma tende a sgretolarsi con l’età; il legno è di tessitura fine, di colore giallo-bruno, molto profumato, duro ed utilizzato per la fabbricazione di mobili di pregio. Le radici poi si trasformano quasi completamente in radici di tipo avventizio, superficiali e che garantiscono alla pianta un’ottima vigorosità anche su terreni rocciosi dove lo strato di terreno che contiene sostanze nutrienti è limitato a poche decine di centimetri.

In Italia esistono centinaia di varietà locali da olio e da tavola selezionate nel tempo a seconda del clima della zona dove questo frutto viene coltivato.

Forme d’allevamento

Le forme di allevamento cambiano da zona a zona, da varietà a varietà ma, soprattutto, in funzione del tipo di raccolta da praticare. Non si deve dimenticare, comunque, che l’olivo è una pianta mediterranea: in quanto tale ha bisogno di molta luce e aria, necessita di una maggiore massa di foglie per dare buoni risultati produttivi (che produce su rami di un anno compiuto, da rinnovare annualmente, evitando, allo stesso tempo, gli ombreggiamenti che hanno effetti sensibili e negativi sui risultati produttivi) e la forma a vaso è la più diffusa tra i suoi sistemi di allevamento.

Raccolta

Per le olive non esiste un’epoca di raccolta ben precisa. Inoltre in base alla loro precocità si suddividono in: precoci, medio-precoci e tardive. Per le olive da olio si decide di effettuare la raccolta solitamente dalla metà di ottobre a tutto il mese di dicembre – quando i frutti sono giunti a maturazione: il che si deduce dall’invaiatura del esocarpo (tipica e differente tra cultivar e cultivar); nelle olive da tavola la raccolta si può compiere sia prima sia dopo l’invaiatura, a seconda delle lavorazioni che dovranno subire.

Olivo Nostrano di Brisighella

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