Mandorlo

Il Mandorlo Amygdalus communis L.

Il Mandorlo è originario dell’Asia centro occidentale e marginalmente della Cina. I Fenici lo introdussero in Sicilia nonostante anche se è di provenienza greca, tanto che i Romani lo chiamavano “noce greca”. In seguito si diffuse anche in Francia e Spagna e in tutti i Paesi del Mediterraneo. In America giunse nel XVI secolo.

Appartiene alla Famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Prunoideae. Alla specie Amygdalus communis appartengono tre sottospecie di interesse frutticolo: sativa (con seme dolce ed endocarpo duro; comprende la maggior parte delle specie coltivate), amara (ha seme amaro per la presenza di amigdalina) e fragilis (con seme dolce ed endocarpo fragile).

Pianta a medio sviluppo, alta 8-10 m, molto longeva. L’apparato radicale è molto espanso. I rami, di colore grigiastro o marrone, portano gemme a legno e a fiore; queste possono essere isolate o a gruppi di 2-3 e diversamente combinate. Le foglie sono lanceolate, seghettate, più strette e più chiare di quelle del pesco, portanti delle ghiandole alla base del lembo e lungamente peduncolate. I fiori, ermafroditi, sono bianchi o leggermente rosati. Nell’Amygdalus communis L. ssp. amara sono costituiti da 5 petali, 5 sepali e da 20-40 stami. Il frutto è una drupa che presenta esocarpo carnoso, di colore verde, a volte con sfumature rossastre, più spesso peloso ma anche glabro, ed endocarpo legnoso contenente il seme o mandorla.

Il Mandorlo è caratterizzato da una fecondazione entomofila, per cui nel mandorleto si rende necessaria la presenza di un certo numero di arnie durante la fioritura. La maggior parte delle cultivar è autosterile. L’epoca di fioritura, pur variando fra i diversi ambienti (da gennaio a marzo) è alquanto precoce. Le migliori condizioni pedoclimatiche per la coltivazione del mandorlo si ritrovano nelle aree temperate dove meno frequenti sono le brinate tardive. I portinnesti disponibili in Italia sono pochi e non sempre i più razionali per adattabilità, affinità e resistenza alle avversità.

Franco: ottenuto da semi di mandorle dolci o amare, non è indicato per terreni soggetti ad asfissia; si comporta bene nei suoli poveri e siccitosi anche con tenore di calcare attivo superiore al 12%. Sensibile a tutte le fisiopatie radicali, presenta ottima affinità e induce vigore medio, buona produttività con frutti di qualità elevata.

Varietà autofertili a fioritura tardiva: Filippo Ceo, Genco, Tuono, Supernova. Varietà autosterili a fioritura tardiva: Ferragnes, Fra Giulio, Falsa Barese.

Altre varietà sono: Fascionello, Ferraduel, Jordanolo, Pizza d’Avola, Texas. La raccolta si attua tra la fine di agosto e la fine di settembre, in relazione alla cultivar. Tradizionalmente i frutti caduti sono raccattati da terra.

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